Non esiste categoria ottimale per analizzare una squadra e preparare al meglio una gara, anche in terza serie si può!
Cavese – Catanzaro: approccio errato e solite difficoltà decidono la gara
Proviamo ad analizzare un match di Serie C mettendo in risalto i benefici dello studio di un avversario e come potrebbe portare dei benefici in qualsiasi categoria. Non basta avere solo la qualità dei calciatori, ma si necessita sempre una giusta preparazione delle gara ed una conoscenza approfondita dei punti deboli degli avversari degli avversari.
“Icaro, orgoglioso di questa sua nuova arte e acceso dal desiderio di salire sempre più su, si allontanò dalla strada di mezzo in cui il padre volava. La vicinanza del Sole rese molle la cera, la fece sciogliere e un po’ per volta caddero giù dalle sue spalle le penne. Egli cominciò allora a precipitare finchè scomparve nei flutti del mare”
Il Catanzaro di Mr. Auteri arrivava al match esterno del Lamberti di Cava dei Tirreni dopo il 3-0 interno rifilato alla Sicula Leonzio che aveva interrotto un periodo non felice fatto di 3 risultati negativi subiti da Rieti, Catania e Bisceglie ma che vedeva comunque i calabresi orbitare nelle zone alte della classifica del girone C di Serie C. Dall’altro lato, tra le mura amiche, si opponeva la Cavese del zemaniano Mr. Modica che, dopo 10 risultati utili consecutivi e fresco del rinnovo biennale, si ritrovava a quota 40 pt a ridosso della zona play-off ma reduce dal ritiro punitivo di Sturno, voluto dal presidente che non ha digerito il 3-0 / 3-3 (in rimonta!!) in casa del Rende, considerando, probabilmente, la sua squadra in un momento di calo mentale e che necessitava di recuperare la concentrazione lontana da famiglie e tifosi.
Auteri giunge a Cava proponendo il suo ormai consolidato 1-3-4-3, conscio di poter dire la sua ed imporre il proprio gioco, così come dovrebbe fare una squadra con velleità importanti. Dall’altro lato Modica propone un inedito, e poco zemaniano, 1-5-4-1, figlio degli infortuni ed assenze dei vari Migliorini, Rosafio, Favasuli etc ma potenzialmente e probabilmente volontariamente scelto per arginare gli avversari più che mantenere invariata la propria filosofia di gioco offensiva, potendo potenzialmente contare su alternative mai sfruttate di giovani di prospettiva, almeno secondo la dirigenza metelliana, o di giocatori, sempre decantati come potenziali rinforzi del mercato di riparazione.
Facile analizzare il canovaccio tattico della gara, chiaro fin dai primi minuti, il Catanzaro libero di impostare dal basso con la Cavese completamente sotto linea palla, rintanata tra il secondo ed l’ultimo terzo di campo. In non possesso i metelliani portano Nunziante e Ferrara sui due interni ospiti con Heatley a creare ulteriore superiorità numerica lavorando tra questi due ed i tre centrali avversari ma senza mai avventurarsi in pressioni solitarie. Maza si abbassa a fungere da vertice basso cercando di occupare gli spazi intermedi e lavorando da schermo e Fella da un lato e Palomeque dall’altro si alzano a gestire i quinti del 3-4-3 di Auteri. Tutto giusto se non fosse per l’errata uscita a pressione dei “quarti” del centrocampo metelliano sui difensori centrali laterali ospiti che libera la facile giocata sul quinto di parte che, combinando con l’interno in appoggio, crea numerosi pericoli alla retroguardia avversaria, sia in termini di potenziali attacchi diretti che di aggiramento della densità centrale e rifinitura dal fondo campo, situazione su cui arriva la prima occasione della gara di Casoli.
Se si vuole analizzare la squadra di Modica, il vero tallone d’achille, sono state le palle inattive da cui ha fin troppo subito e concesso senza mai adeguarsi o porre rimedio alle soluzioni avversaria. Allo stesso modo, dopo appena 2’ 30’’ i metelliani, causa doppio corner battuto a ridosso del primo palo, rischiano di capitolare sulla deviazione aerea di Fischnaller.
Episodio dubbio che poteva sbloccare la gara avviene al minuto quando Maita in percussione interna viene atterrato da Bruno, per l’estremo difensore è calcio di punizione dal limite, ma resta qualche dubbio, visto anche le veementi proteste ospiti.
Episodio dubbio di un potenziale calcio di rigore non sanzionato (clicca per il video)
Catanzaro padrone del campo che dimostra la sua superiorità anche quando la Cavese, con orgoglio e cuore, cerca di pressare alto, ma senza impensierire gli avversari, sempre freddi ed efficaci nel fraseggio nello stretto.
Innocuo pressing della Cavese superato agevolmente dal Catanzaro (clicca per il video)
Nonostante il dominio territoriale degli ospiti è la Cavese che al quarto d’ora del primo tempo ha l’occasione di sbloccare il match sfruttando l’unica sbavatura difensiva degli uomini di Auteri che respingono corto su uno sviluppo da rimessa laterale favorendo la rifinitura di Palomeque per Hatley che colpisce a rete trovando Furlan pronto e l’arbitro lesto nel segnalare la posizione di fuorigioco del centravanti ospite.
L’esperto allenatore Auteri del Catanzaro già ebbe la meglio della Cavese di Modica superando la matricola della Serie C con un roboante 5-2 datato 2 settembre 2018 figlio di una palese impreparazione tattica collettiva, nonostante quasi 1 mese di ritiro pre-campionato, e di un reparto arretrato, non di categoria, in difficoltà nella lettura della palla scoperta che portò ben 4 reti subite su sviluppi in attacco diretto.
Al minuto 22, il tecnico ospite dimostra di aver “letto” e “compreso” la partita ed il suo andamento. Causa infortunio di Bianchimano e Signorini, inserisce Nicoletti e D’Ursi con quest’ultimo, giocatore rapido e intelligente tatticamente, che fornisce una soluzione concreta in verticale, dando maggiore pericolosità alla giocata in attacco diretto. Gli uomini di Modica continuano a riproporre lo stesso canovaccio tattico della gara di Coppa Italia di fine estate, ancora una volta una salita a muro rapida con delle letture lente da parte della retroguardia non rapidissima nell’annullare la profondità gestendo al meglio la soluzione diretta avversaria.
Da notare come la quinta rete subita a Catanzaro e lo sviluppo che porta al calcio di rigore dello 0-1 a Cava dei Tirreni siano maturati dallo stesso errore, a distanza di quasi 7 mesi, del reparto e dello stesso singolo difensore, Silvestri, sintomatico probabilmente anche di uno studio sui singoli per carpire informazioni necessarie a contenerli ma allo stesso tempo metterli in difficoltà.
La prima frazione di gioco si chiude con una Cavese poco cinica e sprecona che non riesce a capitalizzare le poche ma nitide occasioni avute. Il Catanzaro conclude la prima frazione di gioco con rammarico dato che al 47′ ha avuto la “match ball” per chiudere la gara che ha sprecato dopo uno sviluppo in transizione con Favalli che ha concluso in diagonale trovando la deviazione decisiva di De Brasi.
Nella seconda frazione di gioco Modica rinuncia al piano tattico con cui aveva potenzialmente preparato, erratamente, la gara e ripropone il suo solito 1-4-3-3 togliendo dal campo Ferrara e Silvestri per inserire il centravanti Magrassi e la mezzala Logoluso, sintomatico di fatto di una volontà concreta di recuperare il risultato cercando di mostrare il tipo di gioco che ha portato fino ad ora la Cavese tra le sorprese del campionato.
Nonostante il cambio tattico ed il rimescolamento in campo dei giocatori a disposizione, le difficoltà per la squadra di Modica restano pressochè le stesse. La retroguardia continua a gestire male e con poca efficienza le giocate in verticale della squadra avversaria con i laterali bassi troppo propositivi e facilmente attaccati alle spalle da tagli divergenti dei terminali offensivi avversari.
Difficoltà difensive della Cavese sfruttate anche nel secondo tempo (clicca per video)
Le due squadre si sono affrontate a viso aperto con Modica che ha dato fondo a quasi tutte le frecce nella propria faretra cercando di massimizzare quanto a disposizione e sfruttare le occasioni da palla inattiva.
Proprio uno sviluppo di un calcio di punizione laterale schematizzato tradisce il tecnico siciliano. Maza rifinisce al limite per l’accorrente Logoluso che conclude di prima intenzione. Il tiro viene ribattuto dalla retroguardia ospite con Castagna, uomo preposto al limite per la seconda palla, che manca l’intervento facendo giungere palla a D’Ursi che può così puntare e superare Buda, troppo alto e poco “cattivo” nel non intervenire sul diretto avversario lanciato a rete quando potrebbe. D’Ursi lanciato a rete affronta De Brasi in 1v1 e lo batte sul palo lontano chiudendo di fatto la gara.
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